Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, prendere il caffè durante la gravidanza è ammesso, ma con moderazione: non più di 150 ml al giorno, ovvero tre tazzine di caffè espresso. Oggi, nuovi studi mettono in discussione le linee guida: non esiste un livello minimo di caffeina da poter assumere per portare a termine una gravidanza sicura. Le donne incinte, quindi, dovrebbero evitare completamente di bere caffè per evitare rischi di aborti spontanei, basso peso alla nascita e altre complicazioni.

Una nuova ricerca di Del Monte Institute for Neuroscience presso il Medical Center dell’Università di Rochester, rileva infatti che la caffeina consumata durante la gestazione può cambiare importanti percorsi cerebrali che potrebbero portare a problemi comportamentali più avanti nella vita.

È noto da tempo che la caffeina provochi rischi in gravidanza (come anche alcol, fumo, farmaci ecc.) poiché attraversa la placenta raggiungendo il feto, il quale non ha gli enzimi necessari per metabolizzarla.

I ricercatori, che hanno pubblicato i risultati della loro analisi sulla rivista Neuropharmacology, hanno preso in esame circa 9mila scansioni cerebrali di bambini di nove e dieci anni, da cui sono emersi cambiamenti nella struttura del cervello in quelli esposti alla caffeina in utero.

Si tratta di effetti contenuti, non di difficili problematiche psichiatriche, tuttavia come spiega John Foxe, uno degli autori dello studio, “problemi comportamentali lievi come difficoltà di attenzione e iperattività” sono i sintomi osservati nei bimbi esposti alla caffeina in utero.

Questo nuovo studio ha messo in discussione le linee guida ufficiali di Regno Unito, Stati Uniti ed Europa, suscitando non poche polemiche nel mondo scientifico, sarebbe utile un ulteriore approfondimento.

 

 

Fonti: Nutri e previeni

Dott. ssa Daniela Mormone

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